lunedì 16 luglio 2007

disegnatore o illustratore, pt. 1

Chi si limita ad illustrare e chi è il disegnatore oggi? Riprendo e rimando ad un interessante post di giufisk (http://giufisk.blogspot.com/2007/07/chi-il-disegnatore.html) per fare un paio di riflessioni e più che altro per esporre i miei gusti attuali in merito. A spizzichi e mozzichi come sempre, o se preferite a “frammenti” (così l’intento sembra più nobile)…Escludo, per delimitare il campo, quelli che si scrivono le sceneggiature. E in più mi limito ad un oggi che va più o meno dal mio rientro nel mondo dei comics dopo una lunga e travagliata assenza (sono tornato da un annetto e mezzo circa). L’oggi quindi, perché per il passato di esempi ce ne sono (faccio giusto due o tre nomi per far comprendere i miei gusti: Gil Kane e Bryan Talbot, Jack Kirby e Robert Crumb, Gene Colan e Mike Kaluta…e potrei continuare per altre 16 pagine…).
Io in particolare seguo le produzioni americane (ad ampio spettro, produzioni indipendenti e non…basta che ci siano pochi supereroi nel senso stretto del termine…). Non disdegno letture diverse, ma il grosso della mia lettura è concentrata lì. Direi fra quelli che vedo da relativamente poco mi hanno colpito Frank Quitely e John Cassaday (che però con mio grande rammarico hanno il grosso della loro produzione proprio nei supereroi) oltre a Jacen Burrows. Come chi mi conosce sa, il mio rientro nel mondo dei comics è relativamente recente, perciò questi tre saranno anche affermati da un po’ ma io li conosco da poco. Tutti e tre per motivi diversi.
Ora intanto parlerò tanto per cambiare di Jacen Burrows (rimando anche ad un mio precedente post dal titolo “diario di lettura”). La cosa che apprezzo di lui è oltre alla pulizia del suo tratto, una enorme capacità nel rendere lo scorrimento del tempo come in un film che sia tutto tranne che un action. Vedi la prima pagina di “Dark Blue”, su sceneggiatura del grandissimo Warren Ellis. In maniera strana e trasversale Burrows mi ricorda Terence Malick, sempre sognante e pieno di ombre nascoste. Ma in fondo concreto, reale, mentre punta ad un movimento dall’interno verso l’esterno, ad una somatizzazione estrema. E magnifica e toccante mi sembra a tal proposito una scena vista in “Chronicles of Wormwood” n° 4 che vi ripropongo in apertura di questo post.

Sopra, una pagina tratta da Chronicles of Wormwood #4 - Copyright degli aventi diritto

4 commenti:

Fisk ha detto...

che dire...già guardando i tuoi acquisti, avevo notato che avevamo gusti molto simili, e questo post me lo ha confermato
Tra i "moderni" che tu citi, sicuramnete il mio preferito e Frank Quitely: dopo la sua interpretazione degli X-Men non ho saputo più farne a meno...e mi sono anche incorniciato una sua illustrazione per una copertina di Bite Club
Adesso mi piace molto anche Cassaday, ma l'ho potuto ammirare ancora poco. McNiven è bravissimo, ma troppo costretto sulle pagine di CW: molto meglio su F4.
Se Quitely è libero su un delle testate principi della marvel, come X-Men, di reinterpretare alcuni dei personaggi più importanti della casa editrice, perchè Brindisi non lo può fare qui? Ecco un altro esempio della mentalità ristretta che abbiamo qui...
La discussione continua.

Anonimo ha detto...

Ciao Claudio...interessante il post, ma io sono rimasta ai supereroi della marvel, Flash, la Cosa tanto per citare i due di cui ricordo il nome...
amo sempre il Corto, e le eroine di Manara, ma ormai i fumetti sono un lontano ricordo.
Un abbraccio
Teresa

klaudiofor ha detto...

Per GIUFISK: sui gusti anch'io immaginavo fossimo vicini. Per quanto riguarda Quitely concordo in pieno...poi quando ho visto ALL STAR SUPERMAN...WOW!!! E considera che io ho sempre avuto una repulsione quasi fisica per il Man of Steel. E arriviamo a Cassaday: se ti incuriosisce mi permetto di consigliarti il crossover PLANETARY/BATMAN dove disegna il pipistrello passando attraverso le sue varie interpretazioni grafiche (la scena in cui si trovano faccia a faccia Elijah Snow e Batman in stile Dark Knight Returns è a dir poco esilarante!!!). Questa enorme versatilità e le inquadrature con prospettive sbilenche conferiscono al suo tratto una senso dell'azione e una "epicità" (!?) che raramente ho visto nei suoi colleghi (io come avrai capito non sono per niente un fan dell'ipercineticità tipicamente superoistica). E veniamo al punto: xchè Brindisi non può esprimere una libertà creativa pari a quella dei suoi colleghi "americani"? se mi permetti credo in molti casi gli stessi problemi li incontrano anche lì (quanti hanno cambiato veramente intepretando Superman da Byrne in poi? a parte ALL STAR ma c'è sempre un signore che abbiamo già citato e in altri posti un altro che si chiama Ross di cognome). Certo in America il mercato ti permette molto. Qua il monopolio è praticamente assoluto. Poi a me Brindisi (essendo anche mio conterraneo) piace molto e condivido il tuo giudizio sulla sua bravura. Ma io in realtà seguo molto poco le serie italiane quindi spesso non riesco a farmi un'idea precisa. Anche ovviamente su Roi condivido in pieno. Ma ora vorrei che mi dicessi cosa intendi per provinciale rapportato alle politiche editoriali e al mercato italiano più in generale? Attuale ma soprattutto passato. Grande giufisk. Presto arriverà in n° 2 e ti aspetto anche lì!!!

klaudiofor ha detto...

Per TERESA: allora c'hai un universo da riscoprire!!! magari non partendo dagli eroi ma da tuttaltro...io poi andrei sull'americano. In particolare su Chronicles of Wormwood, Fell, 100 bullets o Transmetropolitan. Ma aldilà di quello che si legge ora: ti garantisco, è successo di tutto!!! e ci sono scrittori come Gaiman o Ellis o Moore che hanno attraversato il medium e quando scrivono romanzi sono eccezionali. Allora almeno una cosa da leggere in assoluto: Watchmen ovviamente. ma l'elenco degli assolutamente potrebbe non finire più.
un abbraccio, che bello sentirti su questo blog!!!